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La DSU ISEE: cos’è, a che serve e come funziona

di Alessandra Caraffa - 22/02/2021

L’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è il documento che serve a descrivere la situazione patrimoniale di un nucleo familiare ai fini della richiesta di prestazioni assistenziali o contributi statali, come il bonus bebé, il reddito di cittadinanza o i contributi per lo studio universitario.

Per compilare il certificato ISEE è necessario disporre di un documento che risponde al nome di DSU, ovverosia Dichiarazione Sostitutiva Unica. 

Come vedremo, la riforma del sistema ISEE risalente al 2015 ha apportato importanti novità nel calcolo di DSU ed ISEE. Ma vediamo nel dettaglio cos’è la inps DSU e come richiederla ai fini del calcolo ISEE.

DSU: cos’è e come si compila

La Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) è il documento che contiene tutte le informazioni anagrafiche, patrimoniali e reddituali di un nucleo familiare. 

È bene innanzitutto sapere che esistono dal 2015 tre diversi modelli di DSU. In base all’uso che se ne intende fare, si dovrà dunque scegliere il modello DSU inps più adatto alle proprie esigenze. I modelli DSU disponibili sono:

  • DSU mini: è il modello più utilizzato, in quanto utile alla richiesta dell’ISEE ordinario. Nella Dichiarazione Sostitutiva Unica mini, alcuni dati sono autodichiarati sotto responsabilità del soggetto dichiarante;
  • DSU integrale: in alcuni casi il modello mini non è sufficiente, ed è necessario presentare un documento che riporti un maggior numero di informazioni. Questo modello si chiama DSU integrale o estesa, ed è necessaria, per esempio, per richiedere l’ISEE università per il sostegno allo studio;
  • DSU corrente: il modello corrente è usato ai fini di una integrazione o modifica del modello ISEE, laddove si presentino eventi che comportino una variazione della situazione reddituale o patrimoniale di almeno il 25% rispetto all’ISEE originario.

Alla suddivisione dei tre modelli di DSU corrisponde l’istituzione di tre differenti modelli ISEE, che riportano i medesimi nomi dei documenti sopra riportati. Avremo dunque ISEE mini, integrali o correnti, in base all’uso che se ne intende fare.

Come richiedere, o compilare, la propria DSU per il 2021? La Dichiarazione Sostitutiva Unica raccoglie, come detto, tutti i dati anagrafici del nucleo familiare, ma anche quelli reddituali e patrimoniali. 

Nella DSU vanno dunque indicati tutti i redditi percepiti dagli appartenenti al nucleo, ma anche eventuali possedimenti di beni mobili ed immobili, cosa non sempre elementare specie in presenza di beni ereditati o di proprietà comune. 

Nonostante sia possibile compilare la propria DSU sul sito dell’inps, molti contribuenti preferiscono dunque ricorrere a commercialisti, CAF o patronati. Per accedere alla compilazione online sul sito dell’inps è infatti necessario lo SPID, di cui non tutti ancora dispongono nonostante la vulgata cashback.

A partire dal primo Gennaio 2020, la DSU ha validità fino al 31 Dicembre dell’anno in cui viene presentata. 

La certificazione ISEE 2021

La DSU è dunque, abbiamo visto, un documento preliminare per il rilascio dell’attestazione ISEE. La differenza tra DSU ed ISEE, dunque, è piuttosto rilevante. Mentre la DSU ha lo scopo di illustrare complessivamente la situazione economica di un nucleo familiare, l’ISEE presenta semplicemente un indicatore numerico che è il risultato di tutti i dati presenti nella DSU inps.

L’ISEE infatti viene utilizzato per richiedere l’accesso a quelle forme di sussidio o contributi statali che vengono erogate sulla base della situazione economica del richiedente, ovvero in seguito alla presentazione della dichiarazione della suddetta situazione. 

Per esempio, per l’accesso al reddito di cittadinanza il primo requisito è che il nucleo familiare del richiedente abbia un valore ISEE inferiore a 9.360 euro. Altri strumenti di sostegno alle famiglie, invece, come il Bonus Bebé o i Bonus luce e acqua, presentano delle fasce di reddito in base alle quali alle famiglie con ISEE più basso vengono corrisposti contributi più alti.

Come leggere l’attestazione ISEE, dunque? Nella prima parte del documento sono riportati i dati dei singoli componenti del nucleo familiare, ed il relativo valore ISEE applicabile al numero dei membri della famiglia secondo dei coefficienti ben precisi. 

Insieme ai dati anagrafici, vengono riportate tutte le prestazioni per cui la certificazione ISEE è valida.

Segue una seconda parte più complessa da interpretare, che riporta le modalità di calcolo usate per la definizione dell’indicatore ultimo del valore ISEE. Sono dunque indicati:

  • l’indice ISR, ovvero la somma dei redditi del nucleo familiare;
  • l’indice ISP, cioè la somma del valore del patrimonio mobiliare e finanziario del nucleo familiare;
  • La scala di equivalenza applicata per il calcolo dell’indicatore ultimo, che va da 1,00 per i nuclei composti da una sola persona fino 2,85 per i nuclei composti da 5 persone. 

La scala di equivalenza, che prevede una maggiorazione di 0.35 per ogni ulteriore componente della famiglia oltre 5, è fondamentale in quanto il calcolo ISEE, sostanzialmente, è calcolato come rapporto tra l’Indicatore della Situazione Economica (ISE, derivato da ISR e ISP) e il parametro di cui sopra. 

Nell’ultima sezione, la certificazione ISEE riporta data del rilascio e scadenza, oltre che il riferimento alla dichiarazione DSU collegata all’attestazione.

In casi particolari, come la richiesta di sussidi per lo studio universitario o del Bonus Bebé, in calce al documento sono presenti anche i dati della persona per cui è richiesto l’accesso alla prestazione.

È possibile aggiornare la propria attestazione ISEE senza scadenze. Per chi riceve però attivamente delle prestazioni assistenziali su base reddituale da rinnovare annualmente, la scadenza per l’aggiornamento è fissata al 31 Gennaio.

A prescindere da quando viene rilasciato, l’ISEE ha validità fino al 31 Dicembre dell’anno in cui viene rilasciato.

 

La DSU ISEE: cos’è, a che serve e come funziona


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