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Bonus Ristrutturazione 2023: tutte le novità

di Alessandra Caraffa - 23/11/2023

Ristrutturazione

Nel 2024 ci saranno diverse novità in ambito di bonus edilizi: se la Legge di Bilancio resterà fedele all’ultima bozza circolata, le modifiche riguarderanno, oltre alla rimodulazione del Superbonus, anche il Bonus Casa Green e il Bonus Mobili. 

Il bonus per l’acquisto di immobili residenziali in classe energetica A e B è destinato ad esaurirsi con la fine dell’anno corrente, come anche gli incentivi prima casa under 36. Cambiano aliquote e importi per Superbonus e Bonus Mobili, mentre il Bonus Ristrutturazione, che permette di recuperare il 50% dell’Irpef in 10 anni, resta invariato.

Bonus Edilizia 2023: le ultime novità

A partire dal 31 dicembre 2023 non sarà più possibile accedere alla detrazione del 50% sull’IVA per l’acquisto di case in classe energetica A e B: il Bonus Casa Green sarà quindi applicabile esclusivamente alle compravendite concluse entro la fine dell’anno in corso.

Stessa cosa succederà per il Bonus prima casa under 36: la Legge di Bilancio 2024, per come la conosciamo, non contiene infatti alcuna proroga della misura, che prevede l’esonero da alcune imposte per i giovani con meno di 36 anni e un ISEE fino a 40mila euro.

Tra le novità più rilevanti in arrivo l’anno prossimo c’è la rimodulazione del Superbonus, che come previsto dalla Manovra 2022 scenderà al 70%: fino al 31 dicembre si possono effettuare gli interventi ammessi con un’aliquota del 110% e quelli agevolati al 90%. Le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2024, invece, faranno riferimento alla nuova aliquota.

Anche il Bonus Mobili cambia: il tetto della spesa agevolabile, nel 2024, passa da 8.000 a 5.000 euro. Restano invece in vigore gli altri bonus edilizi, dall’Ecobonus al Bonus Ristrutturazioni.

Bonus ristrutturazione edilizia: come funziona e interventi ammessi

Il Bonus Ristrutturazione edilizia, prorogato per il 2023 e fino al 31 dicembre 2024, consiste in una detrazione fiscale del 50% sugli interventi di recupero e ristrutturazione edilizia eseguiti su edifici di cui si sia proprietari o titolari di diritti reali di godimento.

Gli interventi ammessi dal Bonus Ristrutturazione 2023 sono:

  • lavori di ristrutturazione e recupero del patrimonio edilizio, come ampliamenti e rifacimenti degli impianti;
  • manutenzione straordinaria (per esempio: sostituzione della caldaia, installazione pompe di calore, opere finalizzate alla sicurezza statica ed antisismica);
  • manutenzione ordinaria (solo per i condomini), per es. la realizzazione di nuovi servizi igienici e interventi finalizzati al risparmio energetico;
  • restauro e risanamento conservativo, per esempio il rifacimento della facciata o dei balconi.

La detrazione fiscale del 50% è applicabile a una spesa massima di 96.000 euro per ogni unità immobiliare, e viene automaticamente suddivisa in 10 quote annuali di pari importo che vengono gradualmente riconosciute al contribuente.

Per usufruire del Bonus, è necessario che le spese detraibili siano pagate tramite bonifico bancario o postale, che deve riportare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA del destinatario dei pagamenti. Il bonifico parlante dovrebbe contenere anche un esplicito riferimento alla norma che regola la detrazione Irpef al 50%, ovvero l’articolo 16-bis del Dpr 917/1986.

Bonus Ristrutturazione 2023: chi può richiederlo

Per poter richiedere il Bonus Ristrutturazione edilizia è necessario essere un contribuente soggetto al pagamento dell’Irpef, anche se residente all’estero. Le spese relative all’intervento edilizio possono essere portate in detrazione da:

  • proprietari o titolari di un diritto reale di godimento;
  • locatari o in comodato d’uso;
  • familiari conviventi, ovvero il coniuge, la parte dell’unione civile, il convivente di fatto, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado;
  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • il soggetto impegnato nel futuro acquisto dell’immobile, quando sia stato regolarmente registrato il compromesso;
  • soci di cooperative;
  • imprenditori individuali e società (per gli immobili che non rientrano fra i beni strumentali o i beni merce).

Il Bonus Ristrutturazione si applica anche agli interventi eseguiti in economia, o in proprio: in quel caso la detrazione può essere applicata alle spese sostenute per i materiali.

Come richiedere il Bonus Ristrutturazione 2023

Come lo scorso anno, la richiesta della detrazione del 50% sulle spese sostenute per gli interventi edilizi avviene in sede di compilazione della Dichiarazione dei Redditi. A partire dal 17 febbraio 2023, data in cui è entrato in vigore il DL 11/2023, infatti, non è più possibile optare per la cessione del credito d’imposta o per lo sconto in fattura, motivo per cui la detrazione dell’Irpef resta l’unica forma in cui si può beneficiare del Bonus Ristrutturazione.

Nel momento in cui si compila il Modello 730, o quello per i Redditi persone fisiche, bisogna indicare i dati catastali identificativi dell’immobile e, nel caso in cui i lavori siano eseguiti da un affittuario o comodatario gli estremi di registrazione dell’atto di comodato o locazione.

Bonus Ristrutturazione nel 730: quali documenti conservare

Vanno inoltre conservati, e se richiesti esibiti agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, i seguenti documenti:

  • i titoli abilitativi (concessione, autorizzazione, comunicazione di inizio lavori). per gli interventi per cui non sono richiesti particolari titoli, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che indichi la data di inizio dei lavori;
  • le ricevute di pagamento dell’IMU, laddove dovuta;
  • la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori da parte del possessore dell’immobile, nel caso di interventi effettuati dal detentore dell’immobile (diverso dai familiari conviventi);
  • la comunicazione preventiva all’ASL contenente la data di inizio dei lavori, laddove richiesta;
  • le fatture e le ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute;
  • tutte le ricevute dei bonifici di pagamento;
  • la domanda di accatastamento, se si tratta di immobili non ancora censiti;
  • nei condomini, la delibera dell’assemblea che approva l’esecuzione dei lavori (completa di tabella millesimale di ripartizione delle spese nel caso di interventi sulle parti comuni).

Comunicazione ENEA: quando è necessaria?

Per gli interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabile previsti dall’articolo 16 bis del DPR 917/86, quelli finalizzati a migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, è necessario inviare apposita comunicazione telematica all’ENEA entro 90 giorni dalla data di fine lavori. 

I lavori per cui è necessario inviare la comunicazione ENEA sono, tra gli altri:

  • installazione di collettori solari per la produzione di acqua calda sanitaria e/o il riscaldamento degli ambienti;
  • sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per il riscaldamento degli ambienti o per la produzione di acqua calda per diverse utenze (ed eventuale adeguamento dell’impianto);
  • sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell’impianto;
  • acquisto di elettrodomestici (frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici e asciugatrici in classe A+, forni in classe A).

Per inviare la comunicazione a ENEA è sufficiente collegarsi al portale dedicato ai Bonus Fiscali ENEA e inserire i dati del beneficiario, quelli del’immobile e le informazioni relative agli interventi eseguiti. Per accedere al portale ENEA è necessario avere a disposizione le credenziali SPID.

 

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