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TFR: cos'è e come si calcola

di Alessandra Caraffa - 16/10/2024

TFR

Il Trattamento di Fine Rapporto, o TFR, è una porzione di retribuzione che il lavoratore dipendente matura negli anni in cui è occupato e che gli viene corrisposta dal datore di lavoro alla fine del rapporto

In base alla legge italiana, infatti, una parte della retribuzione viene accantonata mensilmente per essere erogata al dipendente nel momento della cessazione del contratto di lavoro, a prescindere dalle cause che lo hanno determinato (licenziamento, dimissioni, etc.).

Cos’è il TFR?

Il TFR, o Trattamento di Fine Rapporto, è quello che un tempo era conosciuto come “liquidazione” o “indennità di anzianità”. Fu introdotto con la Carta del Lavoro del 1927, in cui si stabilisce che “il lavoratore ha diritto, in caso di cessazione dei rapporti di lavoro (...) ad una indennità proporzionata agli anni di servizio”.

Inizialmente l’obiettivo della liquidazione era quello di sostenere il lavoratore in caso di licenziamento, ma negli anni questo strumento è diventato sempre più strutturale: con la Legge n. 297 del 1982 viene introdotto il TFR per come lo conosciamo, che sostituisce la vecchia indennità di anzianità.

La normativa è stata aggiornata più volte da allora: nel 2005, per esempio, i TFR dei lavoratori sono stati dirottati verso dei fondi pensione privati, mentre nel 2015 è stata introdotta in via sperimentale la possibilità di ricevere il TFR in busta paga.

TFR: come funziona?

Il Trattamento di Fine Rapporto è normato dall’articolo 2120 del codice civile, che disciplina il calcolo e la rivalutazione del TFR e stabilisce i casi in cui è possibile richiederne un’anticipazione.

La disciplina del Trattamento di Fine Rapporto prevede alcuni capisaldi:

  • Garanzia del TFR: in base al codice civile, “in ogni caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto”;
  • Calcolo del TFR: il TFR si calcola sommando per ciascun anno di servizio “una quota pari e comunque non superiore all'importo della retribuzione dovuta per l'anno stesso divisa per 13,5”;
  • Rivalutazione del TFR: in base alla Legge, il TFR è incrementato al 31 dicembre di ogni anno, “con applicazione di un tasso costituito dall'1,5% in misura fissa e dal 75% dell'aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, accertato dall'ISTAT, rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente”;
  • Possibilità di anticipazione del TFR: il lavoratore che abbia maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro può richiedere un’anticipazione del TFR (non superiore al 70% della somma spettante). Le richieste di anticipazione devono essere giustificate da spese sanitarie straordinarie o con l’acquisto della prima casa. L'anticipazione può essere ottenuta una sola volta nel corso del rapporto di lavoro e viene detratta dal Trattamento di Fine Rapporto.

L’erogazione del TFR spetta al datore di lavoro. Nel caso in cui questo sia insolvente, il pagamento viene effettuato dall’INPS, che utilizza le risorse del “Fondo di garanzia per il trattamento di fine rapporto” istituito con la Legge n. 297/1982.

Dove si vede il TFR accantonato?

In busta paga, il più delle volte, è presente soltanto il TFR accantonato nel periodo di riferimento. Per conoscere l’importo del TFR accantonato in tutti gli anni di servizio, è necessario consultare la Certificazione Unica. Questo documento è disponibile online attraverso il portale dell'INPS, a cui è possibile accedere tramite l'identità digitale SPID.

Alla sezione “Trattamento di fine rapporto, indennità equipollenti, altre indennità e prestazioni in forma di capitale soggette a tassazione separata”, viene riportata la somma maturata, le eventuali somme già erogate e informa sulla destinazione del TFR, indicando se il versamento è avvenuto a vantaggio di un fondo previdenziale.

Come si calcola il TFR?

L’importo dell’indennità che spetta al lavoratore si calcola sommando la quota TFR accantonata per ogni anno lavorativo. Questa quota, in base al codice civile, deve essere pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione annua divisa per 13,5, e comprende tutte le somme corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro con esclusione dei rimborsi spese. Dopodiché l’ammontare va tassato, operazione che richiede l’applicazione di aliquote precise. 

Per calcolare il TFR netto, anche se ci si rivolge a uno dei diversi siti che offrono il calcolo del TFR online, è necessario conoscere alcuni dati:

  • la retribuzione utile: in base al codice civile, include “tutte le somme, compreso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese”. I diversi contratti collettivi possono indicare quali voci considerare e quali escludere dal calcolo;
  • le aliquote e gli scaglioni IRPEF in vigore nell’anno in cui avviene la cessazione del rapporto di lavoro;
  • l’aliquota di riferimento da applicare per la tassazione del TFR, che si ottiene dividendo l’ammontare dell’IRPEF per il reddito di riferimento (che va a sua volta calcolato moltiplicando il TFR totale per 12 mesi e dividendo il risultato per il numero di anni di permanenza in azienda).

Calcolo del TFR: un esempio pratico

Partendo da zero, cioè senza consultare la Certificazione Unica, il calcolo del TFR inizia dal salario annuo lordo del lavoratore (inclusi bonus e premi), a cui va sottratto un importo Inail pari allo 0,5% della retribuzione.

Ipotizzando una retribuzione lorda di 26.000 euro, avremo: 26.000 - 130 = 25.870. Questa cifra va quindi moltiplicata per gli anni di servizio. Nel nostro esempio: 25.870 x 22 = 569.140.

La cifra risultante va quindi divisa per 13,5 come specificato dal codice civile: avremo quindi 569.140 : 13,5 = 42.158. Questo è il TFR maturato dal lavoratore nei suoi 22 anni di servizio. 

Tale importo va corretto in base alla rivalutazione Istat, che si calcola applicando un tasso dell’1,5% al valore e sommando il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo rispetto all’anno precedente.

Nel mese di luglio 2024, la percentuale utile per la rivalutazione del trattamento di fine rapporto maturato al 31 dicembre 2023 è pari a 1,568860%. Nel nostro caso il TFR andrà rivalutato di 661,39 euro, che vanno tassati al 17%. La nostra rivalutazione totale sarà quindi di 548,95 euro, portando il TFR lordo a 42.706,95 euro.

TFR e tassazione: come si calcola?

Una volta determinato l’ammontare del TFR rivalutato, per conoscere l’importo netto è necessario calcolare la tassazione del proprio TFR, che dipende dal reddito di riferimento.

La prima cosa da fare è calcolare il proprio reddito di riferimento, che si ottiene moltiplicando il TFR maturato per il numero fisso 12 e dividendo la cifra per gli anni di servizio. Nel nostro esempio, il reddito di riferimento sarà (42.706,95 x 12):22 = 23.294,70.

Questa cifra rappresenta la base imponibile, a cui vanno applicate le aliquote Irpef, che dipendono dagli scaglioni Irpef ma anche dalla destinazione del TFR (i trattamenti versati nei fondi pensioni beneficiano di una tassazione minore).

Applicheremo quindi un’aliquota del 23% su 15.000 euro e del 27% sulla quota TFR che eccede i 15.000. Otteniamo così un’imposta di 5.687,03 euro.

Per ottenere l’aliquota media è necessario dividere la tassazione di cui sopra per il reddito di riferimento e moltiplicare il risultato per 100. Nel nostro esempio, il calcolo sarà  5.687,03 : 23.294,70 x 100 = 24,41%. Questa è l’aliquota che dovremo applicare al TFR lordo per conoscere l’entità della tassazione (che nel nostro caso è di 10.434,75 euro). A questo punto, basterà sottrarre l’imposta dal TFR lordo.

Tale imposta deve però essere verificata dall’Agenzia delle Entrate, che deve assicurarsi che l’imposta sia liquidata in base all’aliquota media di tassazione non dell’ultimo anno di servizio, ma dei cinque anni precedenti a quello in cui è maturato il diritto alla percezione del TFR.

 

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Come si calcola il TFR? Un esempio pratico


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